Rosso Scabroso (Italian Edition) by Dario Miele

autore:Dario Miele [Miele , Dario]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-03-12T04:00:00+00:00

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Con la fine del mio contratto di lavoro anche la stagione estiva, sul calendario si era conclusa ma il caldo non accennava a spegnersi. In tanti ritornarono ad affollare i centri sportivi e anch’io, avendo adesso del tempo libero, ripresi la mia attività fisica.

Andavo volentieri in palestra anche perché amavo la gente bizzarra che la popolava. La maggior parte erano ragazzotti di un quartiere popolare, poveri di titoli di studio ma ricchi di muscoli scolpiti dagli esercizi assegnati dall’istruttore.

Intorno a me: sulla cyclette, un tale piuttosto mingherlino ascoltava la musica con gli auricolari e infastidito osservava la presenza degli altri. Più in là una tredicenne intenta a farsi i selfie con il labbro arricciato. Il ricciolino si controllava i glutei, il biondino si gonfiava allo specchio, invece i due, alle prese con i pesi, si aiutavano generosamente l’un l’altro. Il parrucchiere sfoggiava il nuovo tatuaggio, la coppietta felice a ogni esercizio non perdeva occasione di guardarsi e baciarsi.

C’era chi evadeva dai problemi di casa, chi cercava riparo dalla moglie, chi cercava compagnia, chi l’amore, chi parlava del lavoro che mancava, chi di tradimenti, chi speranzoso attendeva l’arrivo di una nuova bella stagione, chi sperava di guardarsi allo specchio tra qualche mese per dare un giudizio migliore di sé.

Dopo l’allenamento tornai a casa di Lucio. Avremmo dovuto cenare insieme ma non appena arrivai uscì subito, mi disse che doveva sbrigare i preparativi per la nostra prossima partenza per Parigi. Visto che oramai ero lì e non avendo nulla da fare decisi di rassettare la casa. Iniziai dall’altra parte, quella poco frequentata, se non in rari casi per ospitare qualche festa o qualche ospite.

Era tutto una gran confusione di scatole, vi era un vecchio divano letto, qualche scaffale, e lateralmente una porta. Dentro vi era una piccola stanza con dentro un baule e un paio di armadi.

Mentre cercavo di mettere ordine, una sorta di lamento mi parve provenisse dalla stanza accanto. Aperta la porta fui subito investito da un forte tanfo, sembrava di urina, che rendeva l’aria irrespirabile. Era un bagno d’antica fattura. Le pareti erano chiazzate di muffa e i sanitari, ingialliti, erano fortemente incrostati di calcare.

Il leggero lamento proveniva da dentro la parete, avvicinai l’orecchio e avvertii un rumore, come se all’interno ci fosse qualcuno che respirasse. Il respiro si tramutò in un ticchettio, lento e continuo.

Lento, sempre più lento.

Silenzio improvviso.

A un tratto dal rubinetto fuoriuscì un grosso getto d’acqua putrida e nauseabonda che schizzò da tutte le parti. Provai subito a chiuderlo non senza poche difficoltà. Quando ci riuscii mi resi conto che avevo la faccia e la t-shirt ricoperta di liquido melmoso.

Per prima cosa mi precipitai fuori, avevo bisogno di respirare aria fresca e quando giunsi in terrazza trovai Agata.

«Quando sei arrivata?» le chiesi, vergognandomi di essermi fatto trovare in quello stato pietoso.

«Proprio adesso» rispose. Aveva gli occhi pesantemente truccati e le unghie smaltate di nero. «Sei tutto sporco, hai provato a usare l’altro bagno?»

«Veramente stavo cercando di mettere ordine nella stanza, quando ho sentito un rumore, quando sono entrato è uscita acqua fetida dal rubinetto.

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